ENNIO TARANTOLA
Conosciamo un po' meglio questo valoroso pilota a cui è dedicata la nostra aviosuperficie.
Nato a Como il 19/01/1915, Ennio "Banana" Tarantola, pilota della Regia Aeronautica,
è stato un asso della seconda guerra mondiale, decorato con la medaglia d'argento al valore militare.
Il soprannome di "Banana", con cui era noto in tutta la Regia Aeronautica,
era dovuto al fatto che, prima di arruolarsi, faceva il venditore di questi frutti.
Tarantola, pilota giovanissimo, fu assegnato con il grado di Sergente pilota al
6° Stormo di base a Campoformido.
Allo scoppio della Guerra civile spagnola decise di aggregarsi alla Aviazione Legionaria
italiana raggiungendo la Squadriglia "Cucaracha".
Sulla coda del suo biplano da caccia FIAT C.R.32, dipinse la scritta autoironica
"Pivello".
Ma il 20 gennaio 1938 abbattè, proprio con un FIAT, il suo primo aereo avversario, il pari ruolo
Polikarpov I-15 Chato della Fuerzas Aéreas de la República Española.
Nella seconda guerra mondiale, sotto il comando del capitano Giuseppe Cenni, venne
messo ai comandi di uno Junkers Ju 87, soprannominato dagli italiani Picchiatello,
della 209ª Squadriglia, 102° Gruppo Tuffatori.
Per circa otto mesi, dal marzo all'ottobre del 1941, volò su questa versione italiana
dei celebri Stuka tedeschi.
Il 29 giugno 1941 colpì con una bomba il cacciatorpediniere della Royal Australian
Navy HMAS Waterhen che, anche a causa degli attacchi tedeschi, affondò.
Il giorno seguente (30 giugno 1941) il suo Ju 87 venne abbattuto dalla cotraerea
navale e Tarantola rimase per 18 ore sul suo battellino di salvataggio prima di
essere recuperato.
Allora chiese, e ottenne, di tornare ai reparti di caccia.
Il 4 novembre 1941 venne quindi assegnato alla 151ª Squadriglia del 20° gruppo. Esattamente un mese dopo, il 5 dicembre 1941, ai comandi di un FIAT G.50 abbattè un Curtiss P.40 in Nord Africa.
Alla fine del dicembre 1941, il 20° Gruppo rientò in Italia per essere riequipaggiato
con i Macchi MC.202 e subito dopo venne trasferito nel 51° Stormo.
Durante il 1942, Tarantola pilotò di solito il Macchi MC.202 (151-2), contraddistinto
dalla vistosa scritta "Dài, Banana!" sul cofano motore ed fu spesso il gregario del
Capitano Furio Niclot Doglio.
Nel giugno del 1942, Tarantola, con la 151ª Squadriglia, fu trasferito in Sicilia
per gli attacchi contro Malta. La sera del 1 luglio 1942, rivendicò l'abbattimento
di uno Spitfire su Malta, dopo un combattimento con il 603° Squadron.
Il 7 luglio, abbattè, in collaborazione con Niclot, un altro Spitfire.
Altra vittoria, il 10 luglio, in collaborazione con Niclot, durante una grande battaglia
aerea a sud di Rabat, anche se il Macchi di Tarantola rientrò fortemente danneggiato.
Il 23 luglio, ottenne la sua quinta vittoria aerea: Tarantola era ormai un "asso"
(anche se solo ufficiosamente, non riconoscendo la Regia Aeronautica un tale titolo).
Il 27 luglio 1942, Tarantola, Niclot, il sergente Faliero Gelli della 378a Squadriglia e
il sottotenente Beniamino Spadaro, furono attaccati contemporaneamente, di fronte
da sei Spitfire e da sinistra da altri otto. Niclot venne abbattuto dall'asso canadese
George Beurling e Tarantola rientrò alla base ferito a un braccio.
Il 14 ottobre abbattè un altro Spitfire, ma il suo aereo venne seriamente danneggiato
ed fu costretto a lanciarsi con il paracadute vicino la costa siciliana.
L'anno dopo, in servizio in Sardegna, sempre ai comandi di un M.C.202, abbattè un Curtiss P-40.
Il 30 luglio distrusse un caccia bi-coda Lockheed P-38 Lightning.
Ottenuto, subito dopo, uno dei pochissimi Macchi M.C.205 consegnati prima dell'armistizio di Cassibile, il 2 agosto 1943, compì 5 missioni e riuscì ad abbattere altri due P-38.
Nel 1944, fu in forza alla Squadriglia complementare d'allarme "Montefusco-Bonet",
nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR).
Il 25 aprile 1944, una grossa formazione di circa 145 Bombardieri pesanti B-24 del 304 Wing,
scortata da 45 caccia P-47 del 325 Fighters Group, diretta ad attaccare la fabbrica
dell'Aeritalia di Torino.
Il M.llo Tarantola decollò da Venaria Reale col suo G.55 con altri otto piloti
(sette G.55 e due Macchi 205 in tutto) per intercettare i bombardieri.
Ci fu un violento duello aereo, il M.llo Tarantola ed il Cap. Torresi, colpiti
pesantemente, furono costretti a lanciarsi con il paracadute.
Anche il Serg. Biagini colpito si lancia, ma purtroppo arriva al suolo privo di
vita mentre il suo aereo, senza controllo, si infila in un terreno paludoso nei
pressi di Carmagnola.
Tarantola riportò nell'occasione gravi ustioni alle gambe.
La guerra per "Banana" era finita.
Nel corso del secondo conflitto mondiale ha abbattuto ben 10 aerei, cui si devono
sommare le vittorie ottenute in Spagna nella guerra civile.
Durante la guerra è stato decorato con due Medaglie d'argento al valore militare
(altre due guadagnate in Spagna), due Medaglie di bronzo e cinque Croci di guerra.
Fu anche promosso due volte per meriti di guerra.
Dopo il conflitto, è entrato a far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale come
solista volando sui Fiat G-46, Fiat G-59 e de Havilland DH.100 Vampire.
È rimasto nell'Aeronautica miliare fino alla pensione.
Ha vissuto a Cesenatico fino alla morte avvenuta il 30 luglio 2001.
Potete leggere il commovente
"Addio, caro Banana" di Angelo Emiliani
nella nostra biblioteca
virtuale.
Alcune immagini di Ennio Tarantola, anziano, che ha onorato il 5° Stormo a Cervia con una sua visita nel Maggio 2001.
Ritrovamento degli aerei caduti
(da http://web.tiscali.it/warbirds/warbirds/g55-T0.htm)
In riferimento all'episodio sopra narrato accaduto il 25 aprile 1944 neio cieli piemontesi,
dopo circa 56 anni grazie all'interesse ed alla tenacia del Sig. Piergiorgio Sola e
del gruppo Ricerche Storiche dell'Associazione "Il Carmagnolese", il relitto del
velivolo del Serg. Biagini viene ritrovato a quasi 6 m di profondità nel terreno.
Il 5 Agosto 2001 la squadra di volontari diretta dal Sig. Sola recupera anche i
resti del G.55 del Cap. Torresi.
Il 22/23 Febbraio 2003 terzo G.55 abbattuto, quello pilotato dal M.llo Tarantola,
è stato ritrovato ed i resti recuperati dopo una permanenza sottoterra di quasi
59 anni. Al recupero erano presenti un pilota superstite della Squadriglia che
quel giorno rientrò indenne dal combattimento, il Serg. Mag. Sarasino, il fratello
del Serg. Mag. Biagini, caduto in azione quello stesso giorno, e il nipote del
M.llo Tarantola.
Il gruppo Ricerche Storiche ha con questo ritrovamento adempiuto alla promessa fatta
allo stesso M.llo Tarantola, che aveva manifestato il desiderio di rivedere i pezzi
della sua "bestia".
Purtroppo i tempi di ricerca dell'esatta posizione di impatto del velivolo si sono
protratti oltre la scomparsa di Tarantola.
Centauri dal passato
È stato presentato il libro "Centauri dal passato", di Gianfranco Garello,
Editore: Giorgio Apostolo Editore, 2010.
L'autore è un pilota commerciale e appassionato di storia aeronautica italiana: un
capitolo intero del volume è stato dedicato alle ricerche compiute negli anni scorsi
dall'Associazione culturale "Il Carmagnolese", che riportò alla luce tre velivoli
della cosiddetta "Squadriglia Bonet" abbattuti sui cieli di Carmagnola e Poirino
nel corso dell'ultima battaglia aerea sul Piemonte della seconda guerra mondiale
il 25 aprile 1944.
Nella prefazione dell'opera il primo ringraziamento va al direttore Piergiorgio Sola e
a tutti i membri dell'Associazione attivatisi nelle ricerche.
"Centauri dal passato" nasce dalla passione dell'autore per la storia dell'aviazione nazionale: Garello, infatti,
fu testimone diretto dell'altro scontro aereo della Squadriglia Bonet nei cieli italiani, svoltasi
sopra Cairo Montenotte e Dego il 29 marzo del 1944. Nell'occasione furono abbattuti due aerei
italiani, tra cui quello del caposquadriglia Bonet che morì, e cadde anche un bombardiere
"Fortezza Volante" alleato.
Partendo da quell'episodio e dai ritrovamenti de "Il Carmagnolese", l'autore ha sfruttato
la propria professione di pilota di Jumbo che lo ha portato a girare il mondo
per contattare i piloti dell'Air Force americana protagonisti di quelle battaglie aeree,
raccogliendo testimonianze e diversi punti di vista. Il libro descrive quindi le azioni della
Squadriglia Bonet, composta da dodici aerei in forza alla Repubblica Sociale Italiana (dieci G55
e due Macchi 205) guidati da giovani piloti che volevano difendere Torino dai bombardamenti.
Erano gli anni
in cui gli angeli si sparavano...
e il ragazzo che vendeva le banane
era lassù.
Sulle guance del suo aereo
c`era scritto:
"Dai. Banana!"
Sulle ali dei suoi pensieri
C'era scritto:
"lo sono una nuvola impazzita...
A modo mio sono un uccello,
ma questo uccello
spara al suo cacciatore."
Un'altra medaglia per Banana.
La morte nuota.
La morte striscia.
La morte cammina.
La morte... Vola.
Volava accanto a lui
e contro di lui,
con aereo a forma di falce.
L'ombra contro la banana.
lassù... Ogni giorno.
Dai, Banana!
La morte gli arrivò sempre vicino,
ma sulla pelle di Banana...
scivolava.
Il ragazzo le disse:
"Non se la prenda Signora, mi prenderà quando sarò laggiù...
Un giorno vedrà una vecchia aquila, con le ali stanche,
sarà rinchiusa in un pollaio
di galli e galline prepotenti... continueranno a parlare e parlare
perché non hanno mai volato in alto...
Allora mi prenderà più facilmente.
Ma non Qui."
La morte disse:
"In questa guerra tu hai provato tante volte a essere come me...
Io invece non potrò mai fare altrimenti."
Un'altra medaglia per Banana.